CIAO MARCO, "UOMO BUONO" DALLA FEDE AUTENTICA

Morto di Covid all'età di 64 anni MARCO SCACCINI, valente cuoco e convinto volontario del gruppo OPERAZIONE MATO GROSSO composto in gran parte da parrocchiani di Maliseti. Marco e Ornella avevano frequentato per un certo tempo anche il GRUPPO FAMIGLIE della nostra parrocchia

Era ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Santo Stefano a causa del Covid dal 20 marzo. Le sue condizioni di salute sono precipitate in poco tempo e l’8 aprile è venuto a mancare. (Lo vediamo qui nella foto con il grembiule bianco, durante una delle tante occasioni di lavoro insieme al gruppo)

foto MARCO

A seguire la lettera inviata dalla moglie Ornella agli amici e uno stralcio dell'omelia di don Daniele Scaccini, suo fratello gemello, durante le esequie avvenute nella chiesa di Galcetello:

Voglio ringraziare tutta la realtà dell'Operazione Mato Grosso e ognuno di voi per la profonda gioia che avete donato a Marco in questi anni (troppo pochi!) che avete collaborato insieme per sostenere le missioni in Perù.

Quando da bambino gli avevano rivolto la classica domanda "Cosa vuoi fare da grande?" mi ha raccontato Marco che la sua risposta era stata "Voglio far star bene gli altri" lasciando perplesso chi gli era di fronte.

Ed era proprio così. Lui aveva piacere di servire, l'ha fatto sempre in tanti modi : I viaggi a Lourdes con l'Unitalsi, il servizio alla Misericordia, la musica per le celebrazioni e servire la suocera... quest'ultimo servizio gli avrà fatto risparmiare una bella fetta di Purgatorio!

Ma il Signore ha fatto proprio centro, quando gli ha offerto, tramite voi, di collaborare alle vostre iniziative di catering. Era strafelice! Avrà dato senz'altro, ma ha anche ricevuto tanto, come sempre succede.
Soprattutto, e non era scontato, ha trovato accanto a sè delle persone meravigliose con le quali ha intessuto dei rapporti di sincera e profonda amicizia.

Vi voleva proprio bene, vi siete voluti bene senza tanti discorsi, nella semplicità e nella fatica di ore ai fornelli e tra i tavoli, ma sempre in quello spirito di squadra per l'obiettivo più grande, di aiutare chi era in prima linea in missione. Questo era l'ingrediente segreto e principale dei menù sempre riuscitissimi e apprezzati dai festosi ospiti.

Non trovo altre parole, ma quando ci incontreremo spero di riuscire a trasmettervi tutto il bene e la gratitudine che sento per ognuno di voi e Marco sarà lì con noi.

“… Ho preferito che fosse la Parola di Dio,
particolarmente bella in questa
settimana della solennità di
Pasqua, a guidarmi per rendere
grazie a Dio per il dono della vita di
Marco. Quella Parola di Dio che ha
«sempre» scandito il percorso di
vita di mio fratello, soprattutto in
questo tempo di pandemia. Nella
partecipazione alla messa
quotidiana, dove la Parola e
l’Eucarestia hanno rappresentato
per lui un punto di riferimento e
un appoggio importante, nelle
gioie, come nelle difficoltà che ha
incontrato, in quella prospettiva di
fede che ha come meta le cose
essenziali e come realtà finale
l’incontro con Lui. Marco ha
vissuto nel segno della fede.

È in questa fede che Marco è stato
educato dai nostri genitori in modo
semplice, una fede approfondita
nell’incontro sui banchi di scuola
con don Mario Bonacchi all’Istituto
Buzzi, in parrocchia, e vissuta nel
volontariato alla Misericordia. Ha
desiderato che lo stesso don Mario
celebrasse le sue nozze. Fede,
vissuta rafforzata nel movimento
dei Focolari, nell’impegno
caritativo e senza risparmio
nell’OPERAZIONE MATO GROSSO,
e nel non facile mondo del lavoro Tessile.

Una Fede discreta vissuta molto
spesso dietro le quinte, quasi nel
nascondimento della quotidianità,
senza risparmio per se stesso, senza
clamore, ma solo cercando di dare
una mano, in una generosità che
solo l’amore può generare. Per
questo amore e in questo amore ha
fatto sempre tutte le cose, servendo
con umiltà, perseveranza e fedeltà
anche le situazioni e le prove più
difficili e ostili.

Siamo turbati Signore, turbati dagli
eventi che ci stanno attraversando,
che ci toccano da vicino, che ci
hanno privati e che ci stanno
privando delle persone più care,
delle relazioni con le persone che
amiamo, che ci stanno
espropriando del bene più grande
«l’Amore». che scuotono
profondamente la nostra vita!

Tu solo sai il bene
che attraverso la vita di Marco e la
sua morte vuoi realizzare per noi.
Tu solo lo sai! disvelaci il tuo
piano... aiutaci a comprendere con
gli occhi della fede, quello che la
nostra ragione rifiuta! Tu solo hai
parole che possono consolare il
nostro cuore inquieto, perché possa
riposare e trovare pace in Te!

Possiamo non solo sperare, ma
essere certi di avere un fratello che
intercede per noi, che ci incoraggia
a «custodire» non semplicemente e
solamente il suo ricordo, ma la
forza di rendere «testimonianza» di
ciò che non muore. Dell’Amore
eterno di un Padre esigente, ma che
dona molto di più di quanto
chiede!... “

FRANCESCO INNOCENTI E SUA MOGLIE MARTINA MISSIONARI con L’O.M.G. per aprire “LA CASA DELLE BAMBINE”

- Si sono sposati il 30 agosto 2020 ed il 28 MARZO PROSSIMO PARTIRANNO PER IL BRASILE come volontari dell’Operazione Mato Grosso.

 - Martina Caccamo e Francesco Innocenti, entrambi nati nel 1994, dedicheranno alcuni mesi della loro vita al servizio degli ultimi. Andranno a Naboreiro, una piccola comunità del Mato Grosso, nella zona rurale del Município di Rondonópolis, dove vivono più o meno 600 abitanti.

 - Là risiedono, da quasi quindici anni, Alessio Petracchi (di Tavola) e sua moglie Sonia (brasiliana), con i loro tre figli. Sonia ed Alessio gestiscono un collegio femminile. Nel gennaio 1994, il Sindaco di Rondonópolis chiese all’Operazione Mato Grosso di gestire la locale scuola elementare e media. Così i volontari dell’OMG aprirono la scuola, completamente gratuita e riconosciuta dallo Stato, «Lar São Domingos Sávio», oltre ad un collegio femminile che accoglie ragazze delle medie e dei primi 3 anni delle superiori. Inoltre, dal 2000, è attiva una scuola materna per bambini di 4 e 5 anni, che ha circa 20 iscritti. Altra realtà importante è l’oratorio, ispirato a don Bosco, dove si fa catechesi, animazione, giochi e aiutano le famiglie più bisognose.

- «Un obbiettivo importante – scrivono i coniugi Petracchi ai loro amici - è imparare ad essere gratuiti, a dividere quello che si ha con chi ha meno».

 - Adesso, Sonia ed Alessio vorrebbero realizzare unnuovo progetto: la Casa delle bambine «Mamãe Margarida». «La realtà delle famiglie – affermano – è sempre più disgregata, per assenza di valori, figli lasciati soli, timore di mettere regole, molta violenza e abusi; realtà in cui i piccoli sono quelli che più soffrono». Consapevoli che tutti hanno diritto a un «lar» (focolare), dove sentirsi accolti e protetti, dove crescere sentendosi amati, per diventare adulti responsabili, capaci di affrontare la vita con la speranza nel cuore, Alessio e Sonia hanno deciso di aprire una Casa per Bambine in età di scuola elementare. Hanno dunque comprato, a Naboreiro, un edificio da sistemare, per partire a giugno, ma hanno bisogno di aiuto per terminare i lavori.

 - Martina e Francesco andranno a dare loro una mano. «Alessio e Sonia – ci dice Francesco – sono in missione da tanti anni e immagino sentano il peso della solitudine, perché non è facile andare avanti svolgendo un servizio così impegnativo. Diventa fondamentale avere qualcuno di supporto, che condivide i tuoi stessi ideali ed è pronto ad aiutarti. Per loro, speriamo di essere una boccata di ossigeno».

 - «Da tempo – aggiunge Martina – desideravamo partire, ma abbiamo dovuto aspettare che la situazione si stabilizzasse. Certo con la pandemia, che in Brasile è ancora pesante, qualche timore c’è ed i nostri genitori sono preoccupati. Ma noi sappiamo che è importante non tirarsi indietro. Piuttosto, da parte mia, - ammette – ho paura di non essere all’altezza di quello che ci sarà dafare». Infatti, precisa Francesco, «si parte sapendo che potremo dover fare qualsiasi cosa, quello di cui ci sarà bisogno: fare oratorio, seguire le ragazze, fare opere di ristrutturazione». Francesco, nel 2017, è già stato 6 mesi nel Mato Grosso, a Novo San Joaquim, dunque conosce un po’ di portoghese e un’idea della vita di missione se l’è già fatta.

 - Martina e Francesco, che lasciano il loro lavoro in Italia, sperando al ritorno di ritrovarlo, hanno conosciuto l’OMG grazie ad un incontro a scuola, lei al Livi e lui al Buzzi: proprio Alessio, nel 2011, propose loro una settimana di lavoro estivo a Savignano. «Poi da lì – precisano – abbiamo aperto gli occhi su una realtà alla quale non avevamo mai pensato: abbiamo lavorato ed i soldi guadagnati sono andati, tutti, alle missioni. Ci siamo buttati e da allora non ci siamo più fermati».

- La pandemia ha rallentato le attività in Italia, perché le persone hanno paura e non vogliono contatti. Perché allora partire per un Paese dove ci sono tanti contagi? Martina non ha dubbi: «ho sempre avuto il desiderio di rendermi utile dove c’è più bisogno; il regalo più bello adesso è donare il nostro tempo là dove serve». Francesco precisa: «nonostante oggi sembri una scelta senza senso, perché lasciamo tutte le nostre certezze, a me non basta fare il mio dovere qui, voglio lasciarmi guidare dagli amici che condividono questo percorso ed hanno bisogno del nostro aiuto.

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