L'eremita

eremita

In questa Settimana Santa è riaffiorato nella mia mente un ricordo di bambino, una immagine annebbiata dal tempo, ma vivida nel mio cuore come se fosse ancora lì, davanti a me.

È l’immagine di un vecchio, la barba lunga e bianca come la neve, inginocchiato all’esterno del duomo di Prato sui primi scalini di accesso alla porta principale, i vestiti puliti, ma logori, gli zoccoli ai piedi e una bisaccia legata da una cordicella che penzolava al suo fianco. Pregava assorto, gli occhi bassi, sembrava che non osasse entrare nel duomo che custodisce la Sacra cintola della Madonna.

Per me, piccolo bambino, era l’immagine di un eremita che nel giorno di Pasqua scendeva dalla sua montagna per pregare su quella che è “Il Sacro Cingolo” venerato fin dal medioevo. Non osava entrare, forse era troppo per lui? Era un peccatore che non meritava il perdono di Dio?

Ma pregava … in ginocchio… in mezzo alla frenesia di una città nel giorno di Pasqua.

Vorrei tanto, almeno ogni tanto nella mia vita, essere come lui, inginocchiarmi senza timore del giudizio della gente, avere il coraggio di manifestare apertamente la mia fede, chiedere perdono a Dio e abbandonarmi fra le braccia del risorto.

BUONA PASQUA

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