La celebrazione domenicale dell'Eucaristia è al centro della vita della Chiesa (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2177). Noi cristiani andiamo a Messa la domenica per incontrare il Signore risorto, o meglio per lasciarci incontrare da Lui, ascoltare la sua parola, nutrirci alla sua mensa, e così diventare Chiesa, ossia suo mistico Corpo vivente nel mondo.
In questo tempo di pandemia la fedeltà si esprime nella prossimità
Trova ogni giorno il tempo per leggere la Parola di Dio. Comprenderai chi sei e scoprirai che la Bibbia è così potente da farti capire e "correggere" quello che non va in te.
La Chiesa si attiva in ogni occasione, opportuna e inopportuna, per sostenere uno sviluppo sano ed equilibrato della società. Lo fa con l’insegnamento continuativo rivolto a tutti gli uomini di buona volontà, avendo cura della formazione religiosa ed etica cui si dedica con molteplici attività anche ricreative e culturali, rivolte specialmente ai giovani.
Cristo, essendosi egli stesso proclamatosi vera porta dell'ovile (Gv 10,9) "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvato" (Gv 10,9).
Siamo una chiesa che crede in Gesù, una chiesa che ama Dio e le persone.
Abbiamo un forte senso di comunità con i parrocchiani e cerchiamo, nel nostro piccolo, di aiutare i più bisognosi con le nostre attività.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Credere è più di un riconoscimento intellettuale che la Bibbia sia vera. Credere è anche più che avere fiducia nel fatto che le Scritture siano divinamente ispirate. Credere veramente significa avere fede che Dio è vivo, è attivo, ed è vivamente interessato a me oggi e sempre.
Le persone difficili da amare sono quelle che hanno più bisogno di essere amate. Anonimo
Aiutare gli altri significa dare amore, dare noi stessi. Il dono più grande che puoi fare a un'altra persona sei tu. Non è quello che fai o le cose che puoi comprare: sei tu il dono più prezioso. Il tuo tempo è un dono prezioso, il tuo essere "vicino" sono di inestimabile valore, così come il tuo interesse sincero verso gli altri e il tuo amore verso di loro.
8 MAGGIO 2020
Sicurezze si scuotono, illusioni si dissolvono, paure ancestrali riaffiorano. La pandemia è anche questo. Un’umanità – o almeno una parte di essa – che pensava di aver risalito la china dei “tempi oscuri” della “ignoranza” e della “sottomissione”, ora è costretta a ripensare le sue certezze. Certo, la post-modernità ci aveva già pensato, a demolire certe ingenue pretese positivistiche, che promettevano all’umanità di sopperire autonomamente al proprio fabbisogno di “salvezza”. Quella salvezza, per la quale un tempo dipendevamo dalle divinità, ormai poteva essere fabbricata sulla terra: bastava dare solo il giusto tempo alla conoscenza, alla tecnica, alla cooperazione. In una parola, al progresso.
Ma ora la pandemia sta assestando una nuova sferzata. «La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità»
(Papa Francesco, Momento straordinario di preghiera, 27 marzo 2020).
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