FRANCESCO INNOCENTI E SUA MOGLIE MARTINA MISSIONARI con L’O.M.G. per aprire “LA CASA DELLE BAMBINE”

- Si sono sposati il 30 agosto 2020 ed il 28 MARZO PROSSIMO PARTIRANNO PER IL BRASILE come volontari dell’Operazione Mato Grosso.

 - Martina Caccamo e Francesco Innocenti, entrambi nati nel 1994, dedicheranno alcuni mesi della loro vita al servizio degli ultimi. Andranno a Naboreiro, una piccola comunità del Mato Grosso, nella zona rurale del Município di Rondonópolis, dove vivono più o meno 600 abitanti.

 - Là risiedono, da quasi quindici anni, Alessio Petracchi (di Tavola) e sua moglie Sonia (brasiliana), con i loro tre figli. Sonia ed Alessio gestiscono un collegio femminile. Nel gennaio 1994, il Sindaco di Rondonópolis chiese all’Operazione Mato Grosso di gestire la locale scuola elementare e media. Così i volontari dell’OMG aprirono la scuola, completamente gratuita e riconosciuta dallo Stato, «Lar São Domingos Sávio», oltre ad un collegio femminile che accoglie ragazze delle medie e dei primi 3 anni delle superiori. Inoltre, dal 2000, è attiva una scuola materna per bambini di 4 e 5 anni, che ha circa 20 iscritti. Altra realtà importante è l’oratorio, ispirato a don Bosco, dove si fa catechesi, animazione, giochi e aiutano le famiglie più bisognose.

- «Un obbiettivo importante – scrivono i coniugi Petracchi ai loro amici - è imparare ad essere gratuiti, a dividere quello che si ha con chi ha meno».

 - Adesso, Sonia ed Alessio vorrebbero realizzare unnuovo progetto: la Casa delle bambine «Mamãe Margarida». «La realtà delle famiglie – affermano – è sempre più disgregata, per assenza di valori, figli lasciati soli, timore di mettere regole, molta violenza e abusi; realtà in cui i piccoli sono quelli che più soffrono». Consapevoli che tutti hanno diritto a un «lar» (focolare), dove sentirsi accolti e protetti, dove crescere sentendosi amati, per diventare adulti responsabili, capaci di affrontare la vita con la speranza nel cuore, Alessio e Sonia hanno deciso di aprire una Casa per Bambine in età di scuola elementare. Hanno dunque comprato, a Naboreiro, un edificio da sistemare, per partire a giugno, ma hanno bisogno di aiuto per terminare i lavori.

 - Martina e Francesco andranno a dare loro una mano. «Alessio e Sonia – ci dice Francesco – sono in missione da tanti anni e immagino sentano il peso della solitudine, perché non è facile andare avanti svolgendo un servizio così impegnativo. Diventa fondamentale avere qualcuno di supporto, che condivide i tuoi stessi ideali ed è pronto ad aiutarti. Per loro, speriamo di essere una boccata di ossigeno».

 - «Da tempo – aggiunge Martina – desideravamo partire, ma abbiamo dovuto aspettare che la situazione si stabilizzasse. Certo con la pandemia, che in Brasile è ancora pesante, qualche timore c’è ed i nostri genitori sono preoccupati. Ma noi sappiamo che è importante non tirarsi indietro. Piuttosto, da parte mia, - ammette – ho paura di non essere all’altezza di quello che ci sarà dafare». Infatti, precisa Francesco, «si parte sapendo che potremo dover fare qualsiasi cosa, quello di cui ci sarà bisogno: fare oratorio, seguire le ragazze, fare opere di ristrutturazione». Francesco, nel 2017, è già stato 6 mesi nel Mato Grosso, a Novo San Joaquim, dunque conosce un po’ di portoghese e un’idea della vita di missione se l’è già fatta.

 - Martina e Francesco, che lasciano il loro lavoro in Italia, sperando al ritorno di ritrovarlo, hanno conosciuto l’OMG grazie ad un incontro a scuola, lei al Livi e lui al Buzzi: proprio Alessio, nel 2011, propose loro una settimana di lavoro estivo a Savignano. «Poi da lì – precisano – abbiamo aperto gli occhi su una realtà alla quale non avevamo mai pensato: abbiamo lavorato ed i soldi guadagnati sono andati, tutti, alle missioni. Ci siamo buttati e da allora non ci siamo più fermati».

- La pandemia ha rallentato le attività in Italia, perché le persone hanno paura e non vogliono contatti. Perché allora partire per un Paese dove ci sono tanti contagi? Martina non ha dubbi: «ho sempre avuto il desiderio di rendermi utile dove c’è più bisogno; il regalo più bello adesso è donare il nostro tempo là dove serve». Francesco precisa: «nonostante oggi sembri una scelta senza senso, perché lasciamo tutte le nostre certezze, a me non basta fare il mio dovere qui, voglio lasciarmi guidare dagli amici che condividono questo percorso ed hanno bisogno del nostro aiuto.

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